BENI NATURALISTICI ED AMBIENTALI

Campo d'Avene, Gandino

La Val Gandino presenta molti aspetti e molti beni di elevato valore naturalistico e ambientale grazie alla conformazione del suo territorio, caratterizzato da una piccola valle in cui le catene montuose circostanti avvolgono i centri abitati, posti a fondovalle.

Passeggiando e percorrendo l’ambito montano si può notare la piacevole alternanza di grandi boschi e di distese erbose, generalmente pascolate, sulle quali si affacciano. Questo è l’aspetto caratteristico dei monti circostanti la valle, findove la presenza di vegetazione è ancora buona, ma che si affievolisce man mano che la quota altimetrica aumenta.

Generalmente l’ambito montano è da considerarsi debolmente antropizzato, sia per quanto riguarda l’edificato che in riferimento all’intervento dell’uomo col fine di modificare il paesaggio per rispondere alle proprie esigenze. La poca densità degli edifici che si possono individuare in tale ambito è giustificata dalla poca accessibilità degli stessi e dalla poca utilità che ne risulta nel realizzarvi residenze private. Le poche strutture che si possono individuare sono motivate da esigenze economiche, legate quasi esclusivamente al pascolo e, in rari casi, anche all’agricoltura. Come è già stato ampiamente descritto, la pastorizia fu un’attività molto praticata fino a pochi decenni fa, in quanto le aree montane della valle ben si prestano al pascolo delle bestie. Gli altri elementi del paesaggio antropizzato, come le vie di comunicazione e gli interventi sul terreno per fini economici, sono assai rari poiché la lontananza dai centri abitati ne ha da sempre scoraggiato l’espansione. Si hanno tracce di questa attività umana lungo le pendici interne del monte Farno, in cui figurano filari arborei continui e discontinui che caratterizzano il paesaggio agrario.

Vista della Val Gandino

Vista della Val Gandino

La scarsa presenza dell’uomo nel territorio montano ha favorito la presenza di una vegetazione molto diffusa nella quale si contano numerose specie vegetali, differenziate a seconda dell’esposizione dei suoli, della loro altitudine e del tipo di suolo. Una descrizione più dettagliata è stata effettuata precedentemente, nel capitolo relativo alla flora della valle. I boschi che sorgono su tale ambito sono per lo più riconducibili ad un’epoca di formazione molto lontana, caratteristica che ne determina l’importanza sia storica che paesistica degli stessi.

La stessa Provincia di Bergamo, nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, mette in risalto l’importanza delle aree boscate mediante l’individuazione delle stesse e ponendovi una sorta di vincolo, anche se non troppo concretamente, nel senso che sono per lo più indicazioni generali di tutela. Sono state comunque individuate inizialmente due aree, i “contesti di elevato valore paesistico e naturalistico” e i “versanti boscati”, in quanto elementi della naturalità e, successivamente, le “aree di elevata naturalità di cui all’art. 17 del P.T.P.R.”. Inoltre, l’ex decreto legislativo 490 del 1999, sotto la voce “boschi e foreste (lettera G) – art. 146”, pone un vincolo più concreto a tali ambiti. Un maggiore chiarimento in merito al grado di tutela imposto dalla Provincia e dal D.Lgs. 490/99 è stato comunque svolto nel paragrafo relativo ai vincoli, posto nel capitolo in cui viene descritta l’area di progetto.

Vi sono inoltre ulteriori beni che compongono ed arricchiscono tale patrimonio naturale. Anzitutto si devono considerare le principali cime e vette che spiccano nel sistema montuoso circostante la Val Gandino, tra le quali si citano: a sud-est il Monte Beio, il Monte Crocione, il Monte Pler, il Monte Pizzetto, il Monte Sparavera, il Monte Barzena, il Monte Grione, il Monte Palandone e il Monte di Sovere; a nord il Monte Fogarolo, il Pizzo Formico, il Corno Guazza e il Pizzo di Casnigo. Tra questi, il più elevato è senza dubbio il Pizzo Formico, che domina la valle con i suoi 1636,5 m di quota, mentre le altre vette sono mediamente comprese tra i 1369,0 m del Monte Sparavera e i 998,2 m del Monte Crocione.

Talvolta le vette, essendo emergenze percettive, possono tramutarsi in ottimi punti panoramici sulla Val Gandino, sulla Val Seriana e sulla Val Cavallina, nella quale spicca il Lago di Endine, nella sua interezza, e, talvolta, pure una parte del Lago di Iseo. Inoltre si possono individuare ulteriori punti panoramici presso le dorsali che dividono le valli, dove la folta vegetazione boschiva si apre ai prati da pascolo. Come esempio si cita l’area compresa tra il Monte Crocione e il Monte Grione, percorrendo la quale si ha, sulla sinistra, la conca della Val Gandino, che si affaccia nella Valle Seriana, e, sulla destra il Lago di Endine e la valle in cui è inserito.

Discendendo lungo le pendici interne di tali monti si giunge nel fondovalle pianeggiante dove sono sorti gli attuali comuni della Val Gandino. Questo ambito è attraversato dal torrente Romna, il più grande della valle, che diviene poi un immissario del ben più capiente fiume Serio. A sua volta il Romna raccoglie le acque da numerosi ruscelli e torrentelli che, sorgendo dalle vette, discendono lungo i versanti portando l’acqua a fondovalle, dove convoglierà nel torrente maggiore. I ruscelli, nella loro secolare attività di trasporto dell’acqua, hanno scavato le pendici del sistema montuoso circostante, sagomandole con cavità talvolta profonde: è il caso, soprattutto, del torrente Romna, che ha dato origine alla Valle Piana. Alcuni dei numerosi corsi d’acqua presenti è sottoposto a tutela da parte dell’ex D.Lgs. 490/99, come il torrente Romna, il torrente Malgarolo, il torrente Val Soiolo, il torrente Valle Concossola, il torrente Valle Piana e il torrente Rino, per i quali è prevista una fascia di rispetto pari a centocinquanta metri per lato dagli argini.

Altri beni ambientali legati all’acqua, anche se realizzati dall’uomo, sono le pozze di abbeverata, poste in prossimità dei pascoli. La Pozza dei Sette Termine, posta al di sotto del Monte Sparavera, è addirittura soggetta a tutela da parte dell’ex D.Lgs. 490/99, sotto la voce “laghi”, pertanto è prevista una fascia di rispetto pari a trecento metri dalla linea di battigia.

Alture sopra Peia

Conca del Farno

Conca del Farno innevata

Nella “tavola n°5 – Beni naturalistici ed ambientali della Val Gandino” (download a fondo pagina) sono stati individuati i vari ambiti cui è caratterizzata la valle nonché la collocazione di tutti gli elementi descritti in precedenza. Da essa emerge l’importanza naturalistica e ambientale che riveste tale territorio, meritevole quindi di essere valorizzato e promosso turisticamente.

Download - Elaborati grafici e documenti in formato pdf

ATTENZIONE: Le tavole possono essere scaricate anche senza eseguire alcune registrazione a Dropbox!